6 set 2020

Babel atlantica diario di bordo

è domenica, il tempo è variabile, devo fare poco, da babel arrivano solo le notizie delle prenotazioni, sembra di percepire un patto tacito con il nostro pubblico, un ammiccare a distanza - un po' come i parigini che intravedo nei loro appartamenti con la coda dell'occhio, chi legge chi si sposta da una stanza all'altra, chi si veste e chi mostra un disegno e chi sembra fissare nel vuoto da una buona mezzora adesso. Un po' come l'azzurro delle Ninfee (che non sarei più andato a vedere, nella mia vita, se non fosse domenica ecc. ecc. e sarebbe stato un errore) che sembrano la ragione per le fatiche del reale, gli intrichi di fronde, di ombre, di increspature e di alghe: così che gli azzurri appaiano solo a tratti, appaiano appena e però lì dove appaiono sono lancinanti. Un'altra persona prenota. 





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